sabato 28 marzo 2015

Conoscere o non conoscere? Questo è il problema...

La conoscenza nel mondo del lavoro conta e basta. C'è poco da dire o controbattere. é a dir poco fondamentale. Purtroppo non sto parlando di conoscenza a livello di studio o di nozioni che si conoscono, ma di conoscere le persone, quelle giuste. Se si scrive su un motore di ricerca qualsiasi "lavoro per conoscenza" vengono fuori statistiche di ogni tipo che riguardano le assunzioni "per conoscenza", che si verificano in percentuali elevatissime (in alcune ricerche una su due, o sei su dieci e cose del genere), non per forza di cose "raccomandazioni", quelle sono un'altra cosa ben più grave, però anche queste diventano un "handicap" non da poco per chi non ne ha abbastanza o per chi non ne ha di importanti. La mia esperienza personale mi dice che con il passare del tempo e con l'aggravarsi della crisi economica e di occupazione, la conoscenza di una persona che possa trovarti un posto o che a sua volta conosca qualcuno che possa darti occupazione, una catena infinita, è diventata davvero fondamentale. Forse dipenderà maggiormente dalla zona in cui vivo, in cui ormai trovare un lavoro è diventata un'impresa (battuta), però per esperienza personale quasi mai ho sentito che qualcuno ha trovato un lavoro dopo aver presentato un curriculum con conseguente colloquio e assunzione. Ormai è tutto un "conosceva tal dei tali", sembra davvero che solo così si possa trovare un'occupazione. O almeno tutti quelli che conosco hanno trovato lavoro in questo modo.  Purtroppo al momento sono sprovvisto di conoscenze giuste e il risultato è che invio valanghe di curruculum senza ricevere mai nessuna risposta, raramente riesco ad ottenere colloqui che sono per me una vera e propria prova psicologica, piuttosto "drammatica" (dei colloqui ne parlerò in seguito in un post dedicato).  D'altronde ho sbagliato io, invece di studiare e assimilare "conoscenze teoriche" e prendere una laurea probabilmente avrei dovuto crearmi un'estesa rete di "conoscenze" quelle giuste, che mi avrebbero permesso di coronare il mio "sogno" (come sono messo). In sette anni ne avrei accumulate parecchie, quelle davvero importanti. A scanso di equivoci, vorrei precisare che il mio primo impiego da "giornalista" sfruttato l'ho ottenuto in questo modo, tramite una conoscenza, quindi non sono escluso da questa pratica, la mia non è una lamentela ma un dato di fatto.Poi che sia stato messo in un quotidiano in odore di  fallimento è un altro paio di maniche... Se mi ricapitasse l'occasione la sfrutterei senza pensarci, inutile girarci intorno o dire il contrario, tutti lo fanno, da un certo punto di vista anche giustamente. La cosa più divertente è che molti miei amici e parenti mi segnalano posti in cui inviare curriculum dove qualcuno è entrato perchè conosceva il famoso e già citato "tal dei tali", dove io dovrei essere assunto per grazia divina. Ma se per gli altri "tal dei tali" è stato fondamentale, perché io dovrei essere assunto senza? E infatti puntualmente nessuno mi chiama in quei posti, neanche per un colloquio. D'altronde sembrano far tutti finta di dimenticare "come" le persone trovano lavoro, io dovrei essere diverso? Non lo sono. Purtroppo. 

(P.S. l'autore ha usato a dismisura il verbo conoscere e i suoi derivati, è sconsigliata la visione ai tipi sensibili alle ripetizioni) 




(Il famoso Tal dei tali, tratto da  http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Tal_dei_Tali )

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