giovedì 24 dicembre 2015

Siamo tutti Marco Giampaolo


A chi non è capitato di non veder riconosciuti i propri meriti? Prima o poi accade a tutti, a chi più a chi meno, a chi per un solo episodio, ad altri per una vita intera. Per questo oggi, giorno della Vigilia di Natale grido: Siamo tutti Marco Giampaolo! Sì perché mi sembra che si abbia difficoltà in generale, mezzi di comunicazione in primis, a dare i meriti a chi ne ha, e cioè all'allenatore che allena forse uno degli organici più modesti della serie A, ma che è stato capace di raccogliere bene 27 punti in campionato, uno in meno del Milan, solo cinque in meno della Juve finalista di Champions. Quando si parla di Empoli mi sembra che si parli di tutto, meno che di chi la guida. Avrà qualche merito quest'uomo? Perché l'anno scorso era l'Empoli di Sarri e quest'anno è solo l'Empoli? Nulla contro Sarri, che si sta rivelando tecnico capace anche ad altitudini diverse, ma un anno fa si parlava di un Empoli dei miracoli che aveva molti punti in meno dell'attuale, di un allenatore in rampa di lancio verso una big, di un gioco spumeggiante e spettacolare. Oggi Giampaolo viene ricordato poco, non viene celebrato, nessuno lo proclama eroe nazionale. Forse non ha un buon procuratore? Forse è modesto lui? Non ha il cosiddetto phisique du role? A me sembra anche decisamente più bello di Sarri, più presentabile esteticamente...
Scherzi a parte l'Empoli gioca benissimo, ha un'organizzazione invidiabile, un'ottima difesa, un Saponara strepitoso, un Maccarone ancora sugli scudi, gente che lotta, in casa e fuori. Ieri la Serie A Tim pubblicava un post sui segreti dell'Empoli, senza mai nominare l'allenatore. Sarà un segreto anche quello... 
Insomma in tutti i campi c'è chi gode di fama e pubblicità e chi deve trovarsi la strada da solo, lavorando con serenità e discrezione. Marco Giampaolo sarà uno di questi, speriamo che prima di giugno qualcuno si accorga di questo tecnico, capace e modesto allo stesso tempo. Monitorerò la situazione. Intanto: 

BUON NATALE A TUTTI!

sabato 12 dicembre 2015

La prova del nove per la Viola


La Fiorentina, la squadra che secondo me pratica il più bel calcio d'Italia, è giunta alla prova del nove. La trasferta di Torino contro la Juventus ci dirà se abbiamo a che fare con una grandissima squadra che può lottare per lo scudetto fino a giugno, o se stiamo parlando di una squadra forte ma che più che a un piazzamento onorevole non può aspirare. Sono queste le partite che ci dicono quanto è forte una squadra soprattutto a livello caratteriale, in quanto a livello di gioco la viola ha già superato tutti gli esami. La squadra di Firenze è a un solo punto dalla vetta, ha superato brillantemente a livello di gioco la trasferte di Napoli e Milano con l'Inter e la partita con la Roma. Partita davvero emblematica, la Roma in quel caso vinse la partita ma si dimostrò nettamente inferiore alla Fiorentina a livello di gioco, sfoderando un contropiede letale ma nulla più. Poi alla lunga la Roma ha confermato di non essere ancora una grandissima squadra e naviga nelle difficoltà, mentre la Fiorentina ha avanzato brillantemente in Europa League, e stazionando stabilmente al vertice. Quindi a volte bisognerebbe non soffermarsi solo sul punteggio, ma guardare ed analizzare anche il livello di gioco espresso e tutte le statistiche della partita per leggerla meglio. Anche l'Europa League è stata una bella prova di maturità, seppure in un girone non difficilissimo, recuperare comunque la qualificazione con serietà e impegno dopo due sconfitte casalinghe, ha comunque un significato importante. Ma questa trasferta di Torino, storicamente molto sentita, è la vera e propria prova del nove per la squadra del sorprendente Paulo Sousa, tecnico capace, sempre misurato e molto filosofeggiante quando parla.  Un tecnico di carattere ma anche di un certo livello intellettuale. Per concludere, sarebbe davvero fondamentale per la Fiorentina confermarsi su un campo storicamente ostico e difficile come quello di Torino, contro una squadra solida e forte, ma che gioca un calcio ancora al di sotto delle sue possibilità, vince ma ancora non convince. Quella di domani sarà una sfida importantissima per entrambi, ma per la Fiorentina attendiamo risposte caratteriali. Se ci saranno, Firenze potrà sognare in grande. 

martedì 8 dicembre 2015

La perdita della spensieratezza


C'è un momento nella vita in cui si perde la serenità, la spensieratezza,. Si diventa maturi, più consapevoli di quello che ci circonda, di quello che ci succede, dei problemi. Ma la maturità è necessariamente un bene? Io credo di no. La maturità ci porta a capire a fondo le difficoltà della vita, gli ostacoli, i tanti momenti di dolore che il futuro ci riserverà, le montagne che abbiamo da scalare per essere felici. La spensieratezza del bambino, non la si recupererà più, tranne che in alcuni, sporadici, velocissimi e intensi momenti di pura gioia, quando si riesce per un attimo a dimenticare tutto e vivere quel momento come se si fosse la persona più felice del mondo. Si arriva ad una certa età immersi in un mondo ovattato, ideale, troppo diverso da quello reale, tanto che ognuno è portato a sognare cose impossibili da raggiungere, perché poi con l'età adulta ci si scontra con la vera realtà, e non è una bella cosa. La mia esperienza personale mi fa dire che questo mondo irreale finisce con l'esame di maturità. Da quel punto in poi ti rendi conti che il mondo che hai vissuto è un mondo ideale, ma che probabilmente difficilmente si ritroverà. I genitori ci fanno vivere lontano dalle preoccupazioni, dalle tristezze, da qualsiasi difficoltà, e questo non necessariamente è un bene. Si diventa adulti tardi ed il risultato è quello di plasmare persone poco pronte alle vere difficoltà della vita, e quasi incapaci di reagire. I genitori parano tutto quello che c'è di brutto nella vita, soffrono nel vederci in difficoltà, ma probabilmente non fanno il nostro bene, anzi, non ci preparano nel modo giusto alla vita, ad affrontare le difficoltà enormi che poi ci si troveranno di fronte. Solo chi riesce a mantenere questa fanciullezza interiore sembra continuare a vivere bene, senza pensare a niente, con superficialità. Anche se il loro scontro con la realtà potrebbe essere ancora più duro e traumatico. Questa è la mia esperienza personale che incrociata con molte altre mi fanno concludere così, ovviamente ci saranno esperienza diverse di adolescenze difficili, storie difficili sin dall'inizio, non è un generalizzare, però in molti li trovo così, inadeguati a questo mondo difficile e complesso. Così dobbiamo reinventarci, riplasmarci, tirare fuori il carattere e lottare. Solo così ne usciremo vincitori contro tutto e tutti, con l'aiuto di nessuno. Solo dentro ognuno di noi c'è la forza per fare di noi un vincente nella vita. Andiamo.