lunedì 18 aprile 2016

Il fallimento del referendum, la credibilità e la chiarezza della politica.


Il referendum è fallito. Il quorum non è stato raggiunto, tutto resta com'è, con le trivelle funzionanti, ancora in moto, le estrazioni che continuano, non è cambiato niente, solo che si è avuto modo di capire che nel nostro Paese tanta gente non vota più, non ha interesse a farlo, non viene coinvolta in questioni così importanti ma soprattutto non crede più nella politica. E come dargli torto?

Questo era un referendum in cui la questione puramente politica in se doveva essere assolutamente secondaria, e invece i partiti si sono fiondati come avvoltoi sul referendum per trasformalo in un pro Renzi ed un anti Renzi. Sì per dire no al premier, e viceversa. Generando confusione, a livello comunicativo soprattutto. Tutti indistintamente, hanno portato avanti una verità parziale, nessuno ha spiegato davvero bene in cosa consisteva il referendum, se ne sono dette e scritte di cotte e di crude tanto che il cittadino medio, che solitamente è restio ad informarsi, non ci ha capito nulla ed ha preferito non esprimersi. I partiti ormai non sanno più come recuperare la loro credibilità e continuano a sbagliare a livello di comunicazione, cercando di portare l'acqua al proprio mulino in qualsiasi occasione, magari non raccontando tutta la verità. E con la conseguenza di perdere ancora credibilità e voti. 

D'altronde come fa il cittadino a fidarsi di partiti e politici vari, come fa ad andare a votare, quando ormai anche il voto ha avuto un ridimensionamento di importanza davvero notevole. L'ultimo governo Berlusconi è stato sostituito dal governo Monti che ha governato per due anni senza essere stato votato da nessuno. Mentre dal 2014 ad oggi abbiamo un governo Renzi che va avanti nonostante non sia stato votato da nessuno. Quindi adesso, quando per il referendum si parlava dell'importanza di votare, la gente si sarà anche sentita presa in giro. Adesso per il referendum il voto è sacro, mentre ci facciamo governare da un uomo che non abbiamo votato noi. I dubbi sull'importanza permangono, votare è un diritto sacro ed inviolabile, ma questo vale in certe occasioni sì e in altre no? Bisognerebbe mettersi d'accordo. 

Inoltre la gente è ancora scottata dal referendum sull'acqua pubblica del 2011, quando dopo aver votato, non ha visto cambiare assolutamente niente. Anche perché anche in quel caso non si votava per quello che si è detto, ma per aspetti diversi, mentre alla gente è stato comunicato che l'acqua sarebbe tornata pubblica, con notevoli vantaggi. Dove l'acqua è ridiventata pubblica? Credo da nessuna parte. Comunque gli effetti del voto non sono stati tangibili, e le persone hanno perso fiducia anche nell'istituzione referendum. 

Inoltre la questione era davvero complessa, ho letto, mi sono informato, ma alla fine, decidere se votare sì o no era davvero arduo. Tutte e due le posizioni avevano punti che mi convincevano, erano comunque posizioni condivisibili, la materia molto complessa, decidere non era assolutamente facile. Figuriamoci per chi non si è informato o solo parzialmente, magari ascoltando qualche politicante in tv. Capire, mission impossible. 

Per tutte queste cause secondo me il referendum è fallito, la politica, vivendo in un mondo a parte, darà le sue letture del voto, ovviamente non tenendo conto delle persone, delle motivazioni e delle circostanze. Penseranno ad un pro Renzi, ad un anti Renzi, a biasimare chi non ha votato, perché il voto è sacro, sì, ma solo quando lo dicono loro. 

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