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giovedì 28 gennaio 2016

L'Inter si è persa, analisi di un (lungo) periodo di difficoltà.


Dopo Napoli-Inter di campionato, nessuno lo avrebbe mai detto o pensato che l'Inter capolista della Serie A fino a quel momento, avrebbe poi avuto un crollo così verticale da lasciare basito anche il più ottimista dei tifosi. In quella partita, sotto di due gol e con un uomo in meno, mise in enorme difficoltà lo squadrone di Sarri, colpendo due pali nel finale e sfiorando una clamorosa impresa. Una prova di carattere davvero enorme.  Da lì nel giro di poche partite la squadra nerazzurra riuscì a staccare il Napoli di 4 punti dando il via a quella che poteva sembrare una fuga per lo Scudetto. C'era chi parlava di fortuna e chi invece di un'organizzazione e di una difesa imperforabile. Chi aveva ragione? Provo ad analizzare. 

Da Inter-Lazio, giornata 17 del campionato, da un rassicurante +4, si è passati ad un clamoroso -6, nell'arco di 5 partite, l'Inter è riuscita a fare dieci punti in meno del Napoli, ad essere raggiunta e superata dalla Juventus che non perde mai e ad essere agganciata dalla Fiorentina, che ultimamente non brilla poi neanche tanto. Uno sperpero di punti clamoroso. Eppure infortuni non ce ne sono stati, grossi stravolgimenti tattici nemmeno, le cause probabilmente sono nell'atteggiamento della squadra e nella mancanza di un vero e proprio gioco d'attacco, tanto che nelle ultime partite, emblematica quella di ieri sera con la Juventus, la squadra milanese non riesce neanche a concludere, girando intorno all'area senza trovare mai lo spunto giusto per la conclusione. A gennaio direi che non è una bella situazione. A centrocampo la squadra non convince, con il 4231 è sempre in minoranza in mezzo e fatica oltremodo a tenere la palla. Con il 433 la squadra è più compatta, ma giocare con Felipe Melo e Medel è davvero un suicidio tattico e una rinuncia a priori al gioco. La squadra al momento non corre, non sviluppa movimenti senza palla, ha una difficoltà clamorosa nel trovare spazi e a far girare la palla, rendendola sterile dal punto di vista realizzativo. La difesa sembra sempre compatta, ma è Miranda quello che regge tutta la baracca, si è visto contro il Carpi, senza di lui Murillo e Juan Jesus non danno certamente la stessa dimostrazione di compattezza.

E andiamo ai singoli. Handanovic è sempre la solita sicurezza, uno dei migliori portieri della serie A. I terzini sono numericamente troppi e di qualità non eccelsa. Nagatomo e D'Ambrosio nonostante impegno e serietà, non sembrano proprio all'altezza, Telles è il migliore, ma non viene impiegato con continuità, Santon è sparito dai radar. Mi domando, ma quanto è meno forte di Nagatomo e D'Ambrosio? Perché non gioca mai? Perché è passato dietro nelle gerarchie anche al già ceduto e ripudiato Montoya? Mistero. Miranda è uno dei difensori più forti del mondo e fa sempre la sua figura, Murillo è calato, ma è sempre un difensore affidabile e in crescita, Juan Jesus ha sempre le solite amnesie da centrale, che probabilmente non è capace di eliminare. 

Il centrocampo é la più grande incognita. Felipe Melo ha buona presenza in campo, finché poi non impazzisce. Con la Lazio la sconfitta è tutto merito suo, con la Juve, dopo una buona partita, regala un bell'assist a Morata. Cali di tensione inspiegabili. Medel è l'unico sempre affidabile, ma da centrale, da mezz'ala sarebbe meglio non presentarlo. Kondogbia è vittima del costo del suo cartellino, per 35 milioni la gente aspettava un mezzo Messi, invece al momento si ritrova solo un buon giocatore, con ottime prospettive future, ma ancora inespresso. Gli daranno il tempo di maturare? Difficile. Brozovic sembra avere tutte le qualità al posto giusto ma è ancora discontinuo e viene impiegato troppo a corrente alternata. 

L'attacco è nota dolentissima. Jovetic è scomparso, sparito, assente. Improponibile da prima punta, non dà il meglio neanche da seconda o da trequartista. Un giocatore così dovrebbe fare la differenza in ogni partita, invece continua a latitare. Ljajic è il più in palla, corre, si sbatte, ottimi piedi, ma non conclude mai. La porta è un'opzione remota per lui, i compagni con movimenti assenti non gli agevolano mai il passaggio. Icardi sembra al momento un po' appannato, ma l'Inter non può farne certamente a meno, giocatore di livello mondiale, se servito al meglio e coinvolto di più, può fare e farà la differenza. Perisic dopo un ottimo girone di andata si è spento e al momento è molto giù di tono. Per il resto Biabiany corre e si sbatte, è una buona riserva, piedi rivedibili. 

Adesso arriva Eder (forse). Utile, sicuramente, ma come tutti gli acquisti di gennaio, non risolverà un giocatore le magagne di questa Inter, quindi inutile prendersela e additarlo subito come un brocco alla prima occasione mancata. Lo si può bruciare molto facilmente in queste situazioni.

La palla passa a Mancini, che al momento ha dato solamente una solida base difensiva alla squadra, senza però dargli un impianto offensivo di gioco di livello. Giocatori modesti, con ampie lacune, alcuni svogliati e disattenti fanno il resto. Ma sta a lui risolvere il puzzle e riportare la squadra a livelli accettabili, per lottare per il terzo posto. Altrimenti si prospetta una discesa all'inferno in stile stramaccioniano. 

E allora sarebbero dolori...

giovedì 15 ottobre 2015

Fratelli d'Italia occasionali


Che bello quando gioca la Nazionale! Siamo tutti uniti, finalmente tutti a tifare una sola squadra, nessuna polemica (forse), nessun insulto, nessuno sfottò, siamo tutti Fratelli d'Italia! Ma quando le ha giocate tutte queste partite per le qualificazioni? Molti non se ne saranno neanche accorti... Quanti sabato alle sei sapevano che avrebbe giocato l'Italia? I veri appassionati e tifosi di club conoscono il calendario della propria squadra almeno fino a dicembre di quest'anno, mentre le partite della Nazionale spuntano così all'improvviso come un disturbo. 
è così e lo è anche per me, di solito le soste per la nazionale sono un disturbo per i tifosi, perché interrompono la loro storia con il primo grande amore, la squadra di club, mentre la Nazionale è un'amante occasionale, da andare a trovare una volta ogni due anni, in giro per l'Europa e in giro per il mondo. La squadra di club è la moglie di una vita, la Nazionale l'amante per solo sesso, se va male nessun problema e nessuno strascico, se va bene gioia e festeggiamenti ovunque, come nel 2006. Questo è il destino della nazionale italiana, anche perché gli addetti ai lavori non è che la trattino meglio dei tifosi...Giocatori che per ogni minimo dolore vengono richiamati alla base, non sono certo un bel segnale, spesso questi dolorini sono pretestuosi, inventati, proprio per evitare che magari qualcuno si faccia male e salti le partite con la squadra di club. E allora non ci si lamenti poi che i tifosi seguono con distacco l'Italia. I giocatori stessi non la mettono in secondo piano? E gli allenatori? Antonio Conte ne è un esempio lampante, acerrimo avversario dei ct prima di essere lui stesso ct, acerrimo rivale degli allenatori di club dopo. 
é così, la Nazionale è un piacevole fastidio. A qualificazione raggiunta adesso basta eh, se ne riparla a giugno agli Europei, quando la squadra avvicinerà tutti al calcio, anche quelli che lo seguono meno, la gente si radunerà intorno alla tv per vedere le imprese dei nostri azzurri, che poi ricompariranno alla fine delle qualificazioni successive per i Mondiali del 2018. 
é così, e sappiamo anche che Conte ce lo rinfaccerà e ricorderà, magari con un'altra mitica conferenza in stile Siena "Voglio vedere poi chi sale su quel cazzo di carro!" dirà. Anche perché questa sembra una Nazionale molto ben costruita e che secondo me farà molto bene agli Europei. é una squadra tosta, grintosa, senza grandissimi fuoriclasse ma con moltissimi corridori di fatica, vedi Florenzi, Candreva, Eder. Inoltre ha un Antonio Conte in più che in una competizione di un mese può caricare a mille molti dei nostri giocatori e farli rendere al massimo. Se si punterà su questa gente, con magari un Insigne in più, un Verratti finalmente in cabina di regia al posto di un bollito Pirlo, si potrà davvero sognare in grande e salire noi tutti su quel cazzo di carro per festeggiare.