giovedì 7 maggio 2015

Le case popolari

(Un esempio dei tanti quartieri popolari d'Italia)

Provengo da un quartiere popolare, dove ancora abito. Le mie radici sono indiscutibilmente legate al popolo. Figlio di un operaio e di una casalinga, ho sempre vissuto in questo quartiere, che come tutti i rioni popolari risulta essere alla fine una cittadella a parte, slegata dalla città e dal contesto urbano e diciamocelo, alla fine un po' fuori della regole. Il quartiere dove abito è stato costruito intorno agli anni'80 per dare alloggio a circa 3000 persone che a quel tempo ne avevano bisogno. Un quartiere dormitorio, in quanto urbanisticamente costruito seguendo solo la logica del fare molti palazzi, costruire moltissime abitazioni, metterci più gente possibile all'interno, senza pensare minimamente di integrare la zona con il resto della città e senza pensare di inserire strutture e spazi dove si potesse sviluppare un minimo di "società". Personalmente mi sono sempre trovato benissimo in questo posto, ci ho vissuto serenamente per 28 anni e ancora sono "costretto" a viverci. Non che al momento mi trovi male però gradirei un po' di autonomia, ma trattandosi di un blogger "disoccupato a tempo indeterminato" al momento non ho potuto cambiare zona per abitare da solo e provare l'"ebrezza" di vivere o in città o in campagna autonomamente. 
Questi palazzoni arancioni (sì proprio tutti arancioni) dal di fuori non è che vengano visti benissimo. L'amministrazione comunale non se ne cura minimamente, le forze dell'ordine non si vedono praticamente mai e quando si vedono o stanno arrestando qualcuno o stanno andando a controllare qualcuno agli arresti domiciliari. E sì perché qui è pieno di queste storie, non sono il pane quotidiano ma poco ci manca. Quello che si dice dall'esterno è in parte anche vero, molta della gente che abita qui ha un'educazione scolastica minima o nulla e spesso cade nella rete della delinquenza. Credo che questo sia strettamente collegato, in quanto l'ignoranza nella maggior parte dei casi porta a queste "devianze". Ancora oggi nel 2015, ci sono genitori che non mandano più a scuola i loro figli piccoli. Dall'ignoranza si genera altra ignoranza dalla quale derivano comportamenti deviati. Da quando vivo qui ne ho viste di tutti i colori: risse per futili motivi, spacci di sostanze stupefacenti, auto date in fiamme nella notte, ubriachi molesti che cantano tutta notte intrattenendo il quartiere, televisioni a tutto volume in piena notte, musica altissima in pieno giorno, donne che si prostituiscono, minorenni incinta, disoccupazione che non c'è solo in tempi di crisi, ragazzi caduti nella trappola della droga e posso anche smetterla così. Non credo abbiamo niente da invidiare a quei quartieri americani malfamati tipo l' 8 mile di Detroit. In piccolo siamo così. Nel quartiere si cresce e si diventa grandi più in fretta che in altri luoghi. Ma è altrettanto facile che crescendo si possa cadere nella rete della criminalità perché ci si vive in mezzo. I genitori devono essere doppiamente bravi nel crescere i figli e in qualche modo tenerli distanti da quello che gli accade intorno dandogli continuamente lezioni su quello che va evitato. 
Io nel mio quartiere ci sto benissimo, nessuno mi ha mai rotto le scatole, tutti ti rispettano, c'è una sicurezza credo maggiore delle altre zone della città, non c'è mai stato un furto, nessuna auto è stata rubata. Magari qualche piccola truffa sì...Ma tant'è. Una cosa che mi ha sempre colpito è che dal di fuori le altre persone ci considerano diversi dagli altri, nel senso che se dici di abitare alle "case popolari" non è che si ha molto credito: si dice "quel ragazzo è delle case popolari, ma è un bravo ragazzo". Ci vuole la specificazione perché non lo si dà per scontato, ma provenire da qui è già una presentazione, ovviamente negativa. C'è un pregiudizio, inutile negarlo. Quando eravamo piccoli, nessuno ci ha mai importunato a noi delle case popolari perché si diceva: "quello è delle case popolari, se meni lui poi devi menare tutte le case popolari". Come se fossimo una tribù, cioè dai fastidio a lui e poi vengono gli altri della zona a vendicarlo. Io non sono mai stato picchiato o coinvolto in risse, però non credo che qualcuno mi sarebbe venuto a difendere... 
Ma non è questo il punto, il fatto è che c'è un pregiudizio da parte degli altri sul quartiere, perché il costruirlo "in disparte" ha creato questa lontananza sociale dovuta principalmente all'ignoranza del fare tutta un'erba un fascio (negli altri quartieri non delinque nessuno?). Sui tremila abitanti del quartiere, almeno 2900 sono bravissime persone che non hanno mai commesso un reato, è ovvio poi che una minoranza di chi abita in questi quartieri popolari ci abita perché non ha i mezzi economici e sopratutto non ha una cultura di base che potrebbe tirarli fuori da questa situazione, l'ignoranza a questo porta. è solo una questione di cultura. Finché la cultura non sarà presa come fondamento nel nostro Paese si creeranno continuamente queste nicchie e queste disuguaglianze. La scuola è fondamentale, quando ce ne renderemo conto? Credo siamo molto lontani da questa consapevolezza. Finché la politica si occuperà di questo quartiere, così come i moltissimi popolari d'Italia, solo come bacino di voti in tempo di elezioni , il problema probabilmente non verrà mai risolto.

Altre notizie su di me qui: (Non) presentazione

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