sabato 3 ottobre 2015

Mission impossible, fare il giornalista in Italia


Oggi ho deciso di tornare indietro nel mio passato e parlarvi della ormai mia ex professione che probabilmente non riprenderò mai, l' amore tra me e lei non è mai sbocciato e forse alla fine è stato meglio così... Comincio a parlarvene partendo dal 2004, quando stavo per diplomarmi nel liceo scientifico linguistico in cui mi ero iscritto. Alla fine dell'anno tutti i professori ti pongono la fatidica domanda: "Cosa vuoi fare dopo?". Io non ero certo il ragazzo più maturo del mondo e quindi avevo ben pensato di fare il giornalista, sportivo... Quando rispondevo così i miei professori, che al tempo credevo non fossero poi così fiduciosi in me, mi guardavano esterrefatti, sconsigliandomi vivamente quella strada perché troppo ardua. Con la sfrontatezza e l'incoscienza di quegli anni io andavo dritto per la mia strada ed ero deciso a farlo, senza dare ascolto a nessuno (primo consiglio: fidatevi di quelli più grandi di voi, ne sanno di più, ci sono passati, professori compresi, quindi ascoltateli se danno qualche consiglio). Mi iscrissi alla facoltà di Comunicazione e cominciai i miei studi, convinto poi dell'esito della mia carriera. Feci all'incirca una cinquantina di esami per studiare 2000 materie, media non invidiale e laurea arrivata dopo 3 anni e mezzo. Ovviamente accettavo tutti i voti che prendevo senza rifiutarne mai, dritto per la mia strada, obiettivo prendere quell'inutile pezzo di carta e cominciare a lavorare. Nel frattempo nel 2008 mi è capitato di poter entrare a far parte di un quotidiano locale. Prima delusione, non potevo occuparmi di sport, ma di cronaca. Non mi piace occuparmi di cronaca, non mi piace la politica, allora passai ad occuparmi dei disservizi, e quindi scrivevo quantità enormi di articoli. 
Parliamo del mitico contratto che mi fu sottoposto appena assunto: contratto a progetto, articoli pagati 8 euro lordi per quelli che il direttore considerava importanti, 4,20 euro per quelli meno... L'importanza degli articoli era ad insindacabile decisione del direttore, che io neanche conoscei mai... Dovevo lavorare da casa, andare a fare foto per i pezzi, scriverli e inviare il pezzo, che poi forse sarebbe stato pubblicato. Dovevo essere disponibile ad ogni ora del giorno per seguire la cronaca, il tutto per al massimo 100 euro mensili. A quel punto pensai fosse meglio andare ad essere sfruttato nei campi di raccolta dei pomodori, probabilmente avrei guadagnato molto di più. Tutti mi dicevano, "ma dai, tanto è l'inizio, poi cambierà la situazione", una volta preso il tesserino di pubblicista, infatti avrei potuto ridiscutere la mia posizione, e ovviamente sarei stato cacciato senza scrupoli. Nel frattempo, cominciando a capire il verso di questa faccenda, cambiai indirizzo nella laurea magistrale spostandomi sulla comunicazione d'impresa, non continuando quindi col giornalismo. Avevo capito il funzionamento e mi era bastato. Per il tesserino da pubblicista dovevo avere determinati requisiti, come per esempio guadagnare 2500 euro in due anni se non erro, chiedo scusa se sto dando informazioni errate, ma più o meno questo era. Ovviamente io non sono mai arrivato a questa soglia con la paga da fame che avevo, quindi non sono mai diventato pubblicista, anche perché nel frattempo il giornale stava fallendo, e quindi addio ai miei ultimi 1500 euro guadagnati e alle buste paga, decisive per presentare la documentazione per il tesserino...O speriamo arrivederci. C' è una causa di fallimento in corso, speriamo di recuperare qualcosa. Nel 2028. 
Fare il giornalista, anche a questo livello è molto stressante. La gente ti chiama per scrivere questioni assurde: un giorno un padre mi voleva far scrivere un articolo contro la mia ex scuola perché secondo lui la figlia era stata bocciata ingiustamente. Sai quanti genitori ammettono che il proprio figlio merita la bocciatura? l'1%. 
Sei sempre costantemente a rischio querela, scrivi una cosa non vera e via con i guai giudiziari. Una volta mi fidai di un mio amico che mi diede una dritta e mi fece scrivere una balla, quasi querela, scuse successive sul quotidiano il giorno dopo e mega figuraccia e stress. 
Lite con i colleghi: addirittura un collega di un paese vicino mi promise le botte, di picchiarmi, perché avevo mandato un articolo secondo lui in ritardo. Io quel giorno ero stato una giornata intera all'università, ma a lui non importava. Allora gli dissi di venirmi a picchiare. Non venne e poi si scusò. 
Poi ci sono i politici, la peggior specie. Per quelli di destra sei di sinistra, per quelli di sinistra di destra. Mi hanno additato di essere entrambi. Ultimo episodio quello di una sindaca, che mi disse che scrivevo cavolate, perché riportavo dichiarazioni dei suoi avversari politici. Cioè Tal X diceva: la sindaca puzza, lei attribuiva a me questa dichiarazione, dicendo che scrivevo tutte cavolate... Cioè come si fa ad eleggere una così ignorante. Non so.
Poi ci sono le tragedie, cioè se uno non è portato, non può andare ad un funerale di un ragazzo giovane morto e fare foto e stare lì nella tristezza generale a fare una specie di sciacallo. Mi vergogno a guadagnare per questo. Non ci sarà niente di male ma bisogna esserci portati.  
Insomma dopo l'ennesima incazzatura decisi di lasciare il giornale non rinnovando quel contratto da schiavitù.  E così è finita per adesso, anche se ho ricominciato a scrivere tramite questo blog, almeno scrivo quello che mi pare, non rischio nessuna querela, se non mi va di scrivere non scrivo, se mi va sì. Nessuno mi dice niente, lo faccio gratis. Mi piace. Per chi vuole fare i giornalista questo è solo un caso, forse ad altri è andata bene, ovviamente come per ogni cosa ci vogliono le conoscenza giuste, e io al momento non ne avevo. Neanche oggi. Quindi pensateci bene, tanto solo pochi privilegiati possono farlo come mestiere per vivere, il resto sono persone sfruttate e sottopagate. Questa è la situazione di una delle professioni secondo me più importanti ma che purtroppo dà fastidio a troppi. Politica in primis che ancora non elimina l'ordine professionale, che incassa solo soldi dagli iscritti, per liberare finalmente il giornalismo da tutti questi ostacoli, lasciando a tutti la possibilità di poterlo fare, se trovano un posto decente e pagato sufficientemente. Pensateci bene aspiranti giornalisti, o bella raccomandazione o è davvero difficile. Il cane da guardia è legato. 

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