giovedì 4 febbraio 2016

Patologie da disoccupazione: la dermatite seborroica


La disoccupazione senza dubbio causa diversi scompensi soprattutto a livello mentale, psicologico, che poi però si vanno a ripercuotere anche sullo stato fisico della persona. Vi parlerò di quello che è successo a me in questo periodo (che spero finisca presto). Si potrebbe sintetizzare in: lo stress è distruttivo. 

Cominciamo dall'inizio. Ad ottobre 2011 ho discusso la mia tesi magistrale con grande successo (un inutile 110), ma anche con un accumulo di stress senza precedenti. In quel periodo cominciarono a comparire delle macchie rosse intorno al mio naso, ma non gli diedi inizialmente molto peso. A luglio 2012 persi il mio impiego presso il quotidiano per il quale collaboravo da 4 anni e lì esplose definitivamente un rossore e un prurito davvero fastidioso intorno al naso e alla bocca, con altrettanti e simili eruzioni cutanee in testa. Allora decisi che era il tempo di recarmi da un dermatologo (non sono mai stato uno che ha sempre corso dal medico per ogni piccola cosa) che mi diede il nome della dermatite a cui ero effetto, quella seborroica che è decisamente fastidiosa e insopportabile anche perché non c'è una cura adeguata per curarla definitivamente e può durare anche a vita. La ricetta del medico fu semplice e fu la stessa che mi aveva accennato il medico di famiglia: ti devi calmare. Questa dermatite, di cui ancora non si conoscono le cause e quindi la cura, deriva e viene peggiorata ulteriormente dallo stress che certamente non potevo negare di avere in quel periodo. Quindi la prima cura è la calma. Ti sembra facile in questa situazione? Assolutamente no. Così ho avuto per anni queste macchie sul viso, che non mi hanno facilitato di certo la vita. Sembra che sei sempre abbronzato, si manifesta in una parte del corpo, la faccia, che per gli altri è impossibile non notare ed è altrettanto impossibile che questi non ti facciano domande sul rossore, tipo "Sei andato al mare?". Anche a gennaio... Disagio a stare in mezzo alle persone è la conseguenza principale.
Così ho iniziato la cura della dermatite, con annesso stress purtroppo, quindi non spariva mai. Ho usato creme cortisoniche che però sono solo dannose e fanno peggiorare la situazione. Nel senso che per un paio di settimane si sta bene, poi ricompare, forse peggio di prima. Così ho provato altre creme rinfrescanti che francamente alleviano il prurito ma non risolvono assolutamente nulla. Per la testa invece ho risolto con degli sciampi. Uno per uso quotidiano neutro naturale, Mellis Bioshampoo, (Non mi pagano per fare pubblicità, anzi) che è anche per i bambini. L'altro che uso una volta a settimana è a base di disolfuro di selenio che in pochi lavaggi ristabilisce l'equilibrio della sebo, Selsun blu. Tutti e due costano all'incirca una decina d'euro ciascuno però durano anche molto. Il primo lo compro ogni due-tre mesi, il secondo anche ogni 6.
Così me la sono trascinata fino a qualche mese fa, esattamente a dicembre 2015, quando improvvisamente la dermatite è finalmente sparita. Sparita in concomitanza con il corso frequentato con il programma Garanzia Giovani (di cui parlerò in un articolo apposito), quindi esattamente quando sono stato impegnato per un tempo prolungato su un progetto e mi sono sentito davvero coinvolto in qualcosa di serio ed importante, almeno per me. Ecco cos'è determinante per l'uomo, sentirsi impegnato in qualcosa, coinvolto in qualcosa, questa è la vera e unica cura per le malattie da stress. 
Lo stress c'è ma è diminuito, sono diventato più attivo, più positivo e la dermatite come per magia non c'è più, almeno fino adesso. Poi, speriamo di no, ma potrebbe tornare. Nel frattempo mi godo il mio viso bianco, pulito e senza pellicine varie ovunque. Lo stress ci distrugge, cerchiamo di eliminarlo noi prima che lui ci distrugga lentamente. Cerchiamo sempre di essere positivi, trovare un motivo per essere positivi, per vivere ed andare avanti. Questa è l'unica vera cura per le patologie da disoccupazione, e non solo,  come questa. Essere attivi è l'unica via percorribile. L'altra porta a conseguenze brutte di cui non voglio assolutamente parlare o sperimentare. 


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