martedì 16 febbraio 2016

The hateful eight, l'ottava meriviglia di Tarantino.


The Hateful Eight è un gran bel film. Un grandissimo film. Mi è piaciuto di più di Django Unchained, forse molto di più. I 164 minuti della pellicola sono trascorsi velocemente, non come i 164 minuti che uno è abituato a trascorrere. Il film non ti lascia mai annoiare, sono entrato in sala alle 15 e solo alle 16 e 55 ho guardato per la prima volta l'orologio, solo per vedere quanto mancasse alla fine. Questo è un film che coinvolge, che ti lascia per 2 ore e 44 ad ascoltare gli otto protagonisti, è praticamente una ricostruzione di una vicenda in cui lo spettatore è coinvolto quasi allo stesso livello degli otto pieni di odio. Si cerca di capire quella che è la realtà della storia attraverso le parole dei protagonisti e principalmente di un Samuel Lee Jackson monumentale. Il dubbio che tutto quello che si sta vedendo non sia poi la realtà viene subito e personalmente sono stato lì a decifrare dai dialoghi chi stesse dicendo la verità, in cerca di certezze che non arrivano fino alla fatidica spiegazione finale, alla comparsa del nono pieno di odio. Un attore che non viene nominato molto a proposito del film ma che con una piccola parte aiuta a spiegare quello che è poi la realtà cinematografica. Quando ho letto nei titoli di apertura il nome di Channing Tatum sono rimasto molto sorpreso , neanche sapevo fosse nel cast... Tutti i personaggi raccontano storie, si presentano, presentano prove di quello che sono, cercano di confermare e far credere agli altri chi sono, raccontando aneddoti, forse veri o forse no, inventati o reali, come la lettera di Lincoln. Non voglio anticipare molto perché anche io mi arrabbierei se non lo avessi visto e leggessi una recensione online, ma tant'è. Le inquadrature sono meravigliose, le ambientazioni western imperdibili, i primi piani sempre fantastici, i dialoghi assolutamente geniali, io spettatore sono stato lì ad ascoltare con la massima attenzione per tutto questo tempo, cosa che non mi succedeva neanche nelle lezioni universitarie. Linguaggio nudo e crudo, non esiste un personaggio meno interessante, di cui lo spettatore può fare a meno di sapere bugie o verità che racconta. Il segreto del film sta in questo, nella curiosità di sapere come è davvero andata la vicenda. Di scoprire passo passo la verità, di chi ci si può fidare e di chi no. Forse di nessuno. Non mancano scene di sangue, di violenza, crudezze varie, ma ci stanno, come sempre, nel cinema tarantiniano. 
Ovviamente consiglio vivamente di andarlo a vedere, sono soldi ben spesi. Tarantino ancora una volta ci propone una storia originale, divertente, dal sapore e dal fascino di un cinema antico ma che non passerà mai di moda. 

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